Sasi

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Sivappu Manjal Pachai

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Con il termine Sasija, nel Medioevo le popolazioni slave delle attuali repubbliche ex-jugoslave di Serbia, Croazia, Macedonia, Montenegro e Bosnia, ma anche della Bulgaria, nonché le genti romanze della Valacchia e della Moldavia (Săsia) indicavano le regioni della Transilvania e della Slovacchia (all'epoca conosciuta come Ungheria Settentrionale) abitate da genti di lingua e cultura tedesca. Da queste due regioni, gruppi di coloni tedeschi si spostarono per stabilirsi nelle nazioni ora indicate ed ebbe così inizio la storia della presenza tedesca in queste aree. Secondo lo Jireček, i Sasi provenivano unicamente dalla contea di Szepes (Zips, Spiš) nell'attuale Slovacchia, ma secondo altri, essi provenivano dall'area della città di Hermannstadt (Sibiu), in Transilvania, dove si erano già stabiliti a partire dal 1144, muovendo dall'area del Basso Reno. Si ritiene più probabile che queste genti provenissero da ambedue le regioni. Il motivo fondamentale per il quale elementi di lingua tedesca si trasferirono in queste terre fu la necessità di provvedere ad uno sfruttamento moderno e razionale delle numerose miniere presenti nei Balcani meridionali. Difatti, l'autentica sfida per queste area era sopperire all'assenza di genti esperte nell'arte dell'estrazione dei metalli. Per tale ragione, i signori locali invitarono coloni tedeschi conosciuti come sassoni (latino: Saxones), già all'epoca rinomati proprio come esperti minatori, affinché procedessero ad uno sfruttamento più remunerativo delle miniere dell'area. Tracce della presenza sassone si ritrovano pertanto in Valacchia e Moldavia (regioni dell'attuale Repubblica di Romania), Bulgaria, Serbia, Croazia, Macedonia e Bosnia. Nelle aree di lingua slava erano conosciuti come Sasi (singolare Sasin o, in Serbo moderno, Sas e anticamente al plurale anche Saksonci). Nei documenti medievali in latino sono indicati come Theotonici o tedeschi (Theotonici, Todischi, Tudeschi). In Valacchia e Moldavia erano chiamati Săsi. Wikipedia

 
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